La sindrome del 2.0 affligge anche la televisione?
Ieri guardando il buon TG1 durante la pausa pranzo, ho visto un curioso servizio sulla sperimentazione e la nascita delle televisioni di condominio.
Si tratta semplicemente di televisioni via cavo che coprono il raggio di un condominio, o al massimo di un isolato, dove persone che hanno una particolare passione decidono di farsi riprendere e creare dei veri e propri programmi televisivi.
Si tratta semplicemente di televisioni via cavo che coprono il raggio di un condominio, o al massimo di un isolato, dove persone che hanno una particolare passione decidono di farsi riprendere e creare dei veri e propri programmi televisivi.
Chi è appassionato di cucina farà delle 'spignattate' in diretta sognando di essere come Wilma De Angelis, chi ama la recitazione potrà recitare in uno spettacolo teatrale tutto suo (foto), a chi piace la poesia potrà reciterne un paio davanti alla telecamera magari aggiungendoci dei commenti personali.
Gabriele Grandi, ideatore di TeleTorre19, afferma che la vera ragione di questo progetto non è la curiosità tecnica ma il senso di stanchezza di vivere il ruolo di spettatore passivo e il desiderio quindi di passare a confezionarsi in casa la televisione che si vuole.
Oramai la sindrome del 2.0, ovvero l'irrefrenabile impulso di creare dei contenuti e metterli a disposizione di una comunità, affligge anche il pubblico della TV oltre che l'utenza di internet ed i poveri bloggers malati.
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